L’integrazione della vitamina B12 nei vegetariani

In questo studio, pubblicato nel 2016 sula rivista Nutrients, si indagano i risvolti in termini di carenza vitaminica di B12 in caso di dieta vegetariana.

Recentemente la popolarità del vegetarianesimo è cresciuta per ragioni etiche, ecologiche e salutistiche.

La letteratura scientifica mostra che la riduzione o la totale esclusione di cibi animali potrebbe ridurre il rischio di malattie coronariche e di diabete di tipo 2, attraverso fattori modificabili, quali il peso corporeo, la glicemia, la pressione sanguigna e la lipidemia.

Tuttavia non dovrebbe essere sottovalutata la possibilità che una dieta vegetariana sbilanciata possa portare a carenze nutrizionali, vanificando i benefici per la salute. In particolare, la vitamina B12 o cobalamina è una vitamina idrosolubile che si trova solo negli alimenti di origine animale e se il consumo di questi cibi è assente o irrisorio, diventano necessari l’integrazione o l’uso di alimenti fortificati. Essa è presente in alcune alghe, funghi e alimenti vegetali fermentati, tuttavia gli studi sono ancora insufficienti per valutare se questi alimenti possano compensare il mancato apporto in una dieta vegetariana.

Ridotte concentrazioni di cobalamina nel sangue possono provocare disturbi ematologici, come l’anemia, e alterazione al sistema nervoso.

Gli integratori si sono rivelati efficaci nel ristabilire la concentrazione di vitamina B12 nel sangue, tuttavia allo stato attuale non vi è alcun consenso internazionale sulle dosi della supplementazione necessaria. Secondo Carmel, una singola dose orale di 50, 500 o 1000 microgrammi viene assorbita per quantità rispettive di 1,5, 9,7 e 13 microgrammi. Per soddisfare il fabbisogno giornaliero, una dose orale di 50-100 microgrammi, potrebbe essere sufficiente a raggiungere le esigenze di 2,4 microgrammi al giorno in adulti vegetariani sani.

In caso di patologie o di età avanzata, queste quantità potrebbero non essere sufficienti, a causa di ipocloridria secondaria a farmaci o all’alterazione fisiologica della stessa mucosa gastrointestinale.

La cianocobalamina è la forma storicamente più utilizzata ed è sicura per un utilizzo quotidiano. Non ci sono differenze sostanziali apparenti fra l’assorbimento della forma sublinguale e di quella orale.

Fonte:

www.mdpi.com/2072-6643/8/12/767