Fibromialgia e dieta

La fibromialgia (FM) è una sindrome complessa e multifattoriale, caratterizzata da dolore cronico diffuso e da numerose manifestazione fisiche e psicologiche, fra le quali stanchezza cronica, rigidità articolare, disturbi del sonno, depressione, ansia, disturbi cognitivi e gastrointestinali. I criteri diagnostici sono stati recentemente aggiornati dall’American College of Rheumatology e, in accordo con questi criteri, la FM è ora riconosciuta come una delle più comuni condizioni di dolore cronico e la seconda causa più comune di vista dal reumatologo, dopo l’osteoartrite.

Può insorgere a qualsiasi età ed è più comune nelle donne che negli uomini.

 Nonostante i progressi nel comprendere i meccanismi coinvolti, l’eziologia della FM è ancora sconosciuta e la fisiopatologia incerta. Diverse evidenze supportano l’ipotesi secondo la quale la FM rappresenti una “disfunzione del dolore centrale”, ovvero una sensibilizzazione del sistema nervoso con uno squilibrio dei neurotrasmettitori implicati nella percezione del dolore. Inoltre, evidenze recenti suggeriscono che un basso grado di infiammazione sistemica, una predisposizione allo stato pro-ossidativo e un’insufficiente capacità antiossidante, potrebbero contribuire allo sviluppo nella malattia, riducendo la soglia del dolore e inducendo l’affaticabilità e i disturbi del tono dell’umore.

La gestione della FM richiede un approccio multidisciplinare, combinando sia la strategia farmacologica, sia l’approccio non-farmacologico. Per quanto riguarda il trattamento non-farmacologico, crescenti evidenze suggeriscono un potenziale ruolo benefico dell’intervento nutrizionale.

Fra i diversi approcci dietetici studiati, la dieta senza glutine sembra essere uno dei più efficaci. I pazienti con FM spesso hanno sintomi gastrointestinali, che si sovrappongono significativamente con vari disturbi legati al glutine, come nausea, dolori addominali, affaticabilità, stanchezza, dolore cronico e disturbi dell’umore, suggerendo una possibile coesistenza in questi pazienti della sensibilità al glutine non celiaca. In numerosi studi, la dieta senza glutine ha rilevato un complessivo miglioramento dei sintomi, come il dolore cronico diffuso, l’affaticabilità, i disturbi del sonno e in generale della qualità di vita e delle funzioni cognitive.

Esistono inoltre altre tipologie di interventi dietetici che potrebbero dare dei benefici, come ad esempio una dieta ricca di antiossidanti, una dieta dimagrante volta al reset del quadro metabolico, una dieta mediterranea, una dieta ad esclusione di eccitotossine, una dieta per migliorare la disbiosi intestinale, tutte da valutare da paziente a paziente in base alla sintomatologia e alla risposta individuale.

Fonte:

G. Pagliai, I. Giangrandi, M. Dinu, F. Sofi, B. Colombini – Nutritional Interventions in the management of Fibromyalgia Syndrome. – Nutrients. 2020 Aug