Osteoporosi: calcio, estrogeni e attività fisica

L’osteoporosi è una patologia caratterizzata da una riduzione della massa ossea e da un deterioramento del tessuto osseo con conseguente aumento della fragilità scheletrica e del rischio di fratture. L’OMS ha stabilito i seguenti criteri diagnostici:

Normalità: densità minerale ossea non superiore a 1 Deviazione Standard al di sotto della media dei giovani adulti;

Osteopenia: densità minerale ossea compresa tra 1 e 2,5 Deviazioni Standard al di sotto della media dei giovani adulti;

Osteoporosi: densità minerale ossea superiore a 2,5 Deviazioni Standard al sotto della media dei giovani adulti.

Osteoporosi e calcio.

L’osso è composto da collagene, minerali e acqua. Esso è in grado di rimodellarsi continuamente grazie agli osteoclasti (cellule che distruggono l’osso e ne causano il riassorbimento) e agli osteoblasti (cellule che lo sintetizzano e ne provocano l’apposizione). La disponibilità di calcio gioca un ruolo fondamentale in questo processo di rimodellamento.

Molte persone non assumono un adeguato apporto di calcio, il cui fabbisogno in età adulta varia fra 1000 e 1200 mg al giorno, in base alla fascia di età e al genere maschile o femminile.

Il prolungarsi di questo sbilanciamento può portare all’osteopenia e all’osteoporosi, causando una progressiva perdita di massa minerale ossea. L’osso diventa poroso, fragile e più soggetto alle fratture da stress.

Inoltre va ricordato che la vitamina D è il principale ormone che regola l’omeostasi del calcio e il metabolismo della massa minerale ossea. La sua carenza dunque aumenta il rischio di sviluppare osteoporosi e il rischio di fratture ossee.

Osteoporosi ed estrogeni.

Le donne anziane sono molto più soggette all’osteoporosi e ciò coincide con la marcata diminuzione della secrezione di estrogeni che accompagna la menopausa. Il meccanismo esatto secondo il quale gli estrogeni esercitano il loro effetto protettivo sulle ossa è tuttora sconosciuto: tuttavia si ipotizza che essi potrebbero aumentare l’assorbimento di calcio e limitare la sua scomparsa dalle ossa.

Gli uomini di norma producono una significativa quantità di estrogeni che spiega perché siano più immuni all’osteoporosi. Inoltre, una parte di testosterone in circolo si converte in estrogeni e quindi concorre al bilancio positivo del calcio.

La menopausa invece rende le donne più suscettibili all’osteoporosi perché si riduce drammaticamente la produzione di estrogeni da parte delle ovaie. I muscoli, il tessuto adiposo e quello connettivo continuano a produrne, ma in maniera limitata. Una terapia estrogenica integrativa negli anni post menopausa può dare dei benefici, anche se può comportare rischi di cancro all’utero, al seno e ed altri organi. Di conseguenza è un approccio che deve essere attentamente valutato dal medico specialista.

Osteoporosi ed esercizio fisico.

Un esercizio regolare aiuta a diminuire gli effetti dell’invecchiamento sull’apparato scheletrico. Indipendentemente dall’età e dal sesso, le persone che mantengono uno stile di vita attivo mostrano una massa ossea sensibilmente maggiore di quelle che conducono una vita sedentaria. Il beneficio dell’esercizio fisico spesso si accresce durante la settima e ottava decade di vita, infatti una maggiore sedentarietà accompagna la perdita di massa minerale ossea dovuta all’età.

Per quanto riguarda le tipologie di sport che hanno un maggior beneficio, non si dispone di dati univoci. Si osserva un buon incremento di massa in attività quali pallavolo, pallacanestro e ginnastica. Inoltre camminare 1-2 km al giorno produce benefici durante la menopausa. Infine numerosi studi mostrano che uomini e le donne che praticano prove di forza e di potenza arrivano ad avere una massa ossea superiore a quella degli atleti che praticano gare di resistenza. Infatti la densità minerale ossea è in rapporto con i valori di forza muscolare e con la massa magra regionale, cioè con la massa ossea della colonna lombare e della porzione prossimale del femore nei giovani sollevatori di peso di alto livello.

Il meccanismo d’azione riguarda il fatto che la forza muscolare (soprattutto di tipo intermittente) che agisce sulle ossa durante lo sforzo fisico, modifica il metabolismo delle ossa nel punto di stress. La teoria prevalente considera che l’energia meccanica venga trasformata in energia elettrica che va a stimolare gli osteblasti ad accumulare calcio. L’arricchimento dell’osso dipende da due fattori:

entità della forza applicata;

frequenza dell’applicazione della forza.

  • Ne consegue che la prevenzione dell’osteoporosi deve essere eseguita attraverso:

un adeguato intake di calcio, le cui fonti alimentari principali sono latte, yogurt, latticini, frutta secca, acqua ricca in calcio;

un’eventuale terapia estrogenica integrativa negli anni postmenopausa, sotto stretto controllo medico;

un buon livello di attività fisica durante tutte le fasi della vita, preferendo attività in cui si vanno a stimolare potenza e forza muscolare e basandosi su alcune importanti riflessioni. In primo luogo, gli esercizi devono avere una specificità nel determinare localmente effetti osteogenici. Gli esercizi con sovraccarichi devono essere progressivamente crescenti. Gli individui con massa ossea ridotta al minimo sono coloro che possono avere i migliori risultati da questi esercizi. Man mano che si raggiunge il massimo di massa ossea ulteriori miglioramenti richiedono sforzi maggiori. Interrompere l’esercizio ne annulla gli effetti positivi osteogenici. Infine, quando l’età e lo stato di salute non consentono l’esecuzione di esercizi di forza e di potenza, anche il solo mantenersi attivi tramite la deambulazione può dare dei benefici.

FONTI:

Posizione ufficiale dell’American College of Sports Medicine. Med. Sci. Sports Exerc., Vol 29, -no. 5, pp. I-ix, 1997;

Halfon M, Phan O, Teta D. Vitamin D: a review on its effects on muscle strength, the risk of fall, and frailty. BioMed Research International, 2015;

Alimentazione nello sport. W.D. McArdle, F.I. Katch, V.L. Katch, 2018.