Allergia al nichel

L’allergia al nichel è una reazione di ipersensibilità data da meccanismi dose-dipendenti che coinvolgono il sistema immunitario.

Il nichel è un oligoelemento che si trova nel suolo, nell’acqua, nell’aria, negli alimenti e viene utilizzato per produrre utensili in acciaio inox, gioielli, monete, tinture, detersivi, cosmetici …

Si tratta di un’ipersensibilità di tipo ritardato che si manifesta in soggetti predisposti e che prevede:

– una fase afferente o di induzione, in cui non si manifestano sintomi, ma solo la sensibilizzazione;

– una fase efferente o di elicitazione, in cui si hanno sintomi e segni.

La diagnosi di allergia al nichel viene fatta in seguito a positività al patch test.

Le manifestazioni cliniche possono essere di tipo cutaneo, con dermatite allergica da contatto (DAC, ufficialmente riconosciuta) o di tipo sistemico, con sindrome da allergia sistemica al nichel (SNAS, non ancora riconosciuta).

La DAC presenta un eczema zonale confinato alle sedi cutanee a stretto contatto con gli oggetti rilascianti nichel.

La SNAS presenta sintomi cutanei (con eruzioni secondarie, in zone non a diretto contatto con l’agente causale) o sintomi extracutanei, di tipo gastrointestinale (reflusso gastro esofageo, sintomi da colon irritabile, costipazione, nausea, gonfiore), respiratori, neurologici.

In caso di patch test positivo e soli sintomi da DAC, le evidenze scientifiche mostrano che la dieta a ridotto contenuto di nichel non sia necessaria; mentre in caso di patch test positivo e sintomi da SNAS, alcuni studi mostrano che una dieta a ridotto contenuto di nichel possa dare dei benefici.

Definire una dieta a ridotto contenuto di nichel è molto difficile per diverse ragioni:

– non vi sono delle soglie ufficiali in mg/kg in grado di definire in modo univoco se gli alimenti siano a basso, medio o alto contenuto di nichel, motivo per cui si trovano tante liste di alimenti, spesso non concordanti;

– il contenuto di nichel negli alimenti varia in base al terreno di coltivazione, alla stagione, alla parte di alimento consumata;

– non si conoscono le soglie di tolleranza individuali di assunzione, al di sopra delle quali si manifestano i sintomi;

– esiste una variabilità individuale di assorbimento a livello dell’intestino (dall’1 al 10%) in base a diversi fattori (status della parete intestinale, composizione della dieta, assetto marziale, capacità detossificante dell’organismo, reattività del sistema immunitario).

L’intervento nutrizionale prevede una fase di evitamento di 15-30 giorni in base alla severità dei sintomi e disintossicazione dal nichel, seguita da una fase di riparazione (di cute e intestino) e di parziale e graduale reintroduzione.

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